Scopri i rapporti di trasmissione che usava Pantani in salita
- di Lorenzo De Santis
- ott, 13 2025

Calcolatore rapporti di trasmissione Pantani
Calcola il rapporto di trasmissione della tua bici
Inserisci i valori della corona (ingranaggio anteriore) e del pignone (ingranaggio posteriore) per calcolare il rapporto finale, come faceva Marco Pantani nelle salite.
Risultato
Il rapporto finale calcolato è:
Inserisci i valori per calcolare il rapporto.
Marco Pantani usava un rapporto di 1,29 (36/28).
Un rapporto più leggero consente una cadenza più alta (90-100 rpm), riducendo lo sforzo muscolare in salita.
Se ti sei mai chiesto come Marco Pantani, il "pirata del futuro", riuscisse a scalare le montagne con una facilità quasi soprannaturale, la risposta sta nei suoi rapporti di trasmissione Pantani. In questo articolo scopriamo quali combinazioni di ingranaggi usava, perché quelle scelte lo rendevano un mostro in salita e come puoi applicare gli stessi principi al tuo bike set‑up.
Chi era Marco Pantani?
Marco Pantani era un corridore italiano nato a Cesenatico nel 1970, famoso per le sue scalate spettacolari. Dopo la vittoria al Giro d’Italia e al Tour nel 1998, la leggenda crebbe grazie al suo stile di pedalata "attaccato" e ai rapporti estremamente leggeri che gli permettevano di mantenere una cadenza alta anche sui passi più duri.
Il ruolo dei rapporti di trasmissione in salita
Un rapporto di trasmissione è la combinazione di corona e pignone che determina quanti giri della ruota si ottengono per ogni giro di pedale. In salita, il rapporto giusto è quello che ti consente di pedalare a una cadenza confortevole (circa 90‑100 rpm) senza esaurire la forza muscolare.
Quali erano i componenti della bici di Pantani?
- cambio: Shimano Dura‑Ace 10velocità, modello 7900, con attuatori ergonomici per cambi rapidi.
- cassetta: 11‑28tacche, scelta per offrire un rapporto finale molto leggero (28tacche) senza sacrificare la gamma alta.
- catena KMC X‑10, nota per la resistenza alla corrosione e l’elasticità costante.
- crankset: 52‑36tacche in alluminio, con la coppia più piccola (36) usata quasi esclusivamente in salita.
- deragliatore anteriore Shimano, montato per gestire la piccola corona (36tacche) e la grande (52tacche) durante i tratti pianeggianti.
- deragliatore posteriore Shimano, con capacità di gestire la cassetta 11‑28 senza problemi di tensione.
- pedali Look Keo 2, che garantivano una trasmissione di potenza quasi al 100%.
Come calcolare il rapporto finale di Pantani
Per capire davvero la leggerezza del suo set‑up, occorre calcolare il rapporto finale, cioè il rapporto tra la dimensione della corona e quella del pignone più piccolo (28tacche). La formula è:
- Dividi il numero di denti della corona (36) per il numero di denti del pignone (28).
- Ottieni il valore: 36 ÷ 28 = 1,29.
Un rapporto di 1,29 è decisamente più leggero rispetto ai tipici 2,0‑2,2 usati da molti professionisti negli anni 2000. Questo significa che Pantani poteva ruotare i pedali più volte per ogni giro della ruota, mantenendo una cadenza alta e riducendo lo sforzo per ogni metro di salita.

Perché Pantani preferiva questi rapporti?
- Caduta di cadenza: mantenere 90‑95rpm in salita riduceva l’accumulo di acido lattico.
- Efficienza meccanica: con un rapporto più leggero, la catena è meno tensionata, diminuendo l’usura.
- Stile di pedalata: Pantani era noto per una pedalata rotonda, quasi “a rotazione completa”, che richiede meno forza ma più ritmo.
- Terreno: le montagne del Giro e del Tour presentano pendenze medio‑alte che rispondono bene a rapporti leggeri.
Come scegliere i rapporti giusti per le tue salite
Se vuoi replicare l’efficacia di Pantani, segui questi passi pratici:
- Analizza il profilo della tua gara: se la distanza media delle salite è tra 5km e 12km, un rapporto finale intorno a 1,3‑1,4 è un buon punto di partenza.
- Misura la tua cadenza ideale: usa un ciclocomputer per capire a che rpm sei più efficiente.
- Scegli una cassetta più ampia: una 11‑28 o 11‑30 ti permette di avere un’ampia gamma senza sacrificare la velocità in piano.
- Adatta la corona: un set 50‑34 o 52‑36 è comune; per un rapporto simile a Pantani, punta al 34‑36.
- Verifica la compatibilità del telaio: alcuni telai moderni hanno limitazioni di spazio per cassette più grandi.
Ricorda che la bici è solo uno strumento: la tua forma fisica, la capacità aerobica e la tecnica di pedalata sono altrettanto cruciali.
Confronto: Pantani vs. i climber moderni (2025)
Atleta | Corona più piccola | Pignone più grande | Rapporto finale | Cassetta tipica |
---|---|---|---|---|
Marco Pantani (1998) | 36tacche | 28tacche | 1,29 | 11‑28 |
Primo clasico (2025) | 34tacche | 28tacche | 1,21 | 11‑30 |
Team WorldTour medio (2025) | 38tacche | 28tacche | 1,36 | 11‑28 |
Come vedi, Pantani era già molto avanti. Oggi alcuni team optano per rapporti ancora più leggeri (34‑28), ma la logica resta la stessa: più leggerezza = più cadenza = meno fatica.

Trappole da evitare quando si montano rapporti leggeri
- Catena troppo allungata: una cassetta ampia richiede una catena più lunga; altrimenti rischi di strappare il deragliatore.
- Deragliatore posteriore incompatibile: verifica che il deragliatore possa gestire la differenza di denti (es. 11‑30).
- Forza di pedalata eccessiva: un rapporto troppo leggero può indurre a pedalare a regime troppo alto, aumentando la frequenza cardiaca.
- Usura rapida dei pignoni: i pignoni più piccoli (es. 11‑12) si consumano più velocemente con carichi elevati.
Consigli pratici per testare i nuovi rapporti
- Programma una sessione di allenamento in salita lunga almeno 30minuti.
- Registra la cadenza media con il tuo ciclocomputer.
- Se la cadenza scende sotto 85rpm, abbassa ancora il rapporto.
- Valuta la sensazione di “fluido” nella pedalata; se senti blocchi, controlla l’allineamento del deragliatore.
- Ripeti il test su due salite con pendenze diverse (5% e 9%).
Domande frequenti
Frequently Asked Questions
Qual è il rapporto finale più leggero usato da Pantani?
Il rapporto più leggero era 36/28, cioè 1,29. Con questa combinazione Pantani manteneva una cadenza alta anche su passi con pendenze superiori al 10%.
Posso usare una cassetta 11‑30 con lo stesso deragliatore?
Sì, ma devi accertarti che il deragliatore posteriore supporti la differenza di 19 denti (11‑30). Molti gruppi Dura‑Ace 10‑speed lo permettono con una piccola regolazione della tensione.
Qual è la cadenza ideale per le lunghe salite?
Per la maggior parte dei ciclisti è tra 90 e 100rpm. Sopra i 100rpm rischi di sprecare energia, sotto i 80 diventa difficile mantenere la potenza.
Devo cambiare anche i pedali per migliorare la salita?
I pedali a sgancio rapido (type 2 o 3) migliorano la trasmissione di potenza, ma la differenza non è così drastica come quella data dal rapporto di trasmissione. Scegli pedali che ti offrano comfort e un buon aggancio.
Come faccio a capire se il mio telaio supporta una cassetta più grande?
Controlla le specifiche del produttore; di solito indicano il limite massimo di pignoni (es. 28‑30). Se non trovi l’informazione, misura lo spazio tra il deragliatore e il mozzo.
In sintesi, i rapporti di trasmissione usati da Pantani non sono un trucco magico, ma il risultato di scelte tecniche precise: una corona piccola, una cassetta ampia e un’attenzione maniacale alla cadenza. Con le informazioni qui sopra puoi sperimentare e, chissà, forse riscoprire anche tu il brivido di “volare” sui passi più duri.
Matteo Milano
ottobre 13, 2025 AT 06:10Interessante analisi su Pantani, soprattutto il dettaglio del rapporto 36/28. Dal punto di vista ergonomico, una piccola corona permette di mantenere una cadenza più alta senza sacrificare la potenza. Però occorre considerare anche la lunghezza della catena, altrimenti il deragliatore può impazzire. In pratica, se il telaio accetta una cassetta 11‑28, la combinazione è già molto competente. Alla fine, la scelta dei rapporti dipende dal profilo della salita e dal proprio livello di fitness.
Andrea Flora
ottobre 13, 2025 AT 07:00I rapporti di Pantani erano superleggeri ma non sono una ricetta magica.
Raffaele Barbarossa
ottobre 13, 2025 AT 08:06Dal punto di vista biomeccanico, il rapporto finale 1,29 favorisce una cadenza entro il range ottimale di 90‑100 rpm, riducendo l’accumulo di acido lattico. Inoltre, la ridotta tensione della catena diminuisce l’usura dei pignoni, prolungando la vita del gruppo. La combinazione di una corona 36 tacche con una cassetta 28 permette di massimizzare la produzione di lavoro per giro di pedale, aspetto cruciale nei gradienti superiori al 10 %. È importante notare che l’efficienza meccanica è influenzata anche dalla rigidità del telaio e dalla capacità di trasmettere vibrazioni. In termini di ergonomia, la posizione del pedale in stile “rotazione completa” consente un'azione muscolare più simmetrica, riducendo i picchi di forza. L’adattamento di questo set‑up richiede una fase di acclimatazione, durante la quale si può monitorare la frequenza cardiaca per assicurarsi di non superare la zona aerobica sostenuta. Per i ciclisti amatoriali, una cassetta 11‑30 accoppiata a una piccola corona 34‑36 può replicare gli effetti di Pantani senza compromettere la stabilità in piano. Infine, il ruolo dei pedali Look Keo 2 è quello di ottimizzare la trasmissione della potenza, riducendo le perdite dovute al slip del piede.
Simone Pontiggia
ottobre 13, 2025 AT 08:15Ah sì, la scienza dei rapporti, perché tutti noi non siamo già dei robot con sensori integrati. Certo, i numeri sono belli, ma la sensazione al volante è quella che conta davvero. Alla fine, basta pedalare e non compilare tabelle.
Anna Studer
ottobre 13, 2025 AT 08:23Usi 36/28 la cadenza sale ma la catena si allunga.
David Neri
ottobre 13, 2025 AT 09:13Se la tua bici ha spazio per una cassetta 11‑30, la differenza di 2 tacche rispetto al 11‑28 si traduce in circa 7 % di leggerezza in più, il che è utile per le salite di media durata. Tuttavia, è fondamentale verificare la compatibilità del deragliatore posteriore: molti modelli Dura‑Ace 10‑speed supportano fino a 30‑tacche, ma richiedono una piccola revisione della tensione del C‑tubo. Inoltre, non dimenticare di controllare la lunghezza della catena; una catena troppo corta può provocare il salto della catena o addirittura la rottura del deragliatore. Un altro aspetto da valutare è la rigidità del telaio: i telai in carbonio con geometria più aggressiva tendono ad avere meno spazio sul drop‑out, limitando l’utilizzo di cassette più grandi. In sintesi, il compromesso è tra leggerezza in salita e versatilità su piano, quindi sperimenta gradualmente per trovare il punto di equilibrio.
Roberto E
ottobre 13, 2025 AT 09:21Gentile collega, la sua analisi sulla compatibilità dei gruppi Dura‑Ace 10‑speed è estremamente dettagliata e apprezzo la chiarezza con cui ha illustrato i passaggi tecnici. Vorrei aggiungere che, dal punto di vista della dinamica della pedalata, l’adozione di una cassetta 11‑30 non solo riduce il rapporto finale, ma influisce positivamente sulla distribuzione del lavoro muscolare lungo il giro di pedale. In pratica, i ciclisti tendono a sperimentare una maggiore omogeneità della produzione di potenza, evitando picchi di sforzo localizzati nei cicli di spinta. Inoltre, è possibile ottimizzare ulteriormente la catena scegliendo una versione in acciaio inox, che garantisce una resistenza alla corrosione superiore e una durata prolungata anche in condizioni di alta umidità. Dal punto di vista della geometria del telaio, consiglierei di verificare la clearance tra il deragliatore posteriore e il mozzo, poiché una distanza insufficiente può causare interferenze meccaniche durante i cambi rapidi. È altresì importante considerare il carico sulle razze, poiché una cassetta più ampia può aumentare la tensione laterale della catena, richiedendo un eventuale upgrade dei bulloni di fissaggio. Un altro aspetto non trascurabile è l’effetto della coppia trasmessa sui pedali: l’utilizzo di Look Keo 2 è vantaggioso, ma l’introduzione di un sistema a clipless con leve più lunghe può migliorare la stabilità della pedalata nelle zone più ripide. Per quanto riguarda la regolazione della tensione del C‑tubo, suggerisco di effettuare un test di fine‑tune utilizzando un pennino di precisione e di verificare l’allineamento con un supporto di misurazione laser, al fine di ridurre al minimo l’attrito interno. Non da ultimo, la scelta della lubrificazione della catena dovrebbe basarsi sulle condizioni climatiche: un lubrificante a base di silicone è ideale per temperature elevate, mentre un grasso a base di PTFE è più adatto per ambienti freddi e umidi. Inoltre, è consigliabile effettuare una manutenzione preventiva della cassetta ogni 2 000 km, sostituendo i pignoni usurati per mantenere la precisione del cambio. Nell’ottica di una strategia di lungo periodo, l’adozione di una cassetta 11‑30 riequilibra il profilo di potenza, consentendo al ciclista di risparmiare energia nelle salite e di utilizzare la stessa configurazione per allenamenti su terreni misti. Infine, ribadisco che la personalizzazione del set‑up deve sempre essere accompagnata da un monitoraggio costante dei parametri fisiologici, quali frequenza cardiaca e soglia anaerobica, per garantire che i benefici tecnici si traducano in prestazioni concrete. Spero che queste integrazioni possano arricchire il dibattito e offrire spunti utili per tutti gli appassionati. Ricordiamo inoltre che una corretta taratura della pressione nella camera d’aria può influire sulla rigidità della ruota, migliorando la trasmissione della potenza. Concludendo, la sinergia tra componente meccanico e preparazione fisica è la chiave per replicare l’efficacia dei rapporti leggeri di Pantani in modo moderno e sicuro.
Ronald Franco
ottobre 13, 2025 AT 10:20Io preferisco le cassette 11‑30, più versatili 🙃